In principio vi era la pensione, erogata dall’INPS, o dall’ente previdenziale gestore del rapporto.
Vi si accedeva, sostanzialmente, a 60 anni (55 per le donne), con un minimo di 15 anni di contributi; Il sistema era di tipo retributivo, ovvero rapportato alla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni.
Nel 1992, con la cd. Riforma Amato, il requisito anagrafico passa a 65 anni (60 per le donne) ed il requisito contributivo passa da 15 a 20 anni.
La vera rivoluzione, che ha determinato, sostanzialmente, la nascita della previdenza complementare, è la cd. Riforma Dini, del 1995, con la quale è stato eliminato il sistema retributivo di calcolo della pensione per quanti avessero iniziato a lavorare dal 1 Gennaio 1996.
Si sono poi succedute, più o meno con cadenza triennale, grandi riforme del sistema pensionistico, fino ad arrivare alla conformazione attuale del sistema pensionistico, determinato dalla cd. Riforma Fornero del 2011.
Con tale riforma, oltre all’innalzamento del requisito anagrafico e contributivo per la pensione, viene abolito completamente il sistema retributivo in favore del sistema contributivo, ad eccezione dei lavoratori che avessero maturato 18 anni di anzianità al 1 Gennaio 1996.
Il sistema contributivo, come è facile intuire, a differenza del sistema retributivo si basa esclusivamente sulla quantità dei contributi effettivamente versati, con evidente crollo della pensione liquidata.
Per far fronte a tale abbassamento della misura della pensione da riscuotere una volta maturato il requisito, si può fare affidamento sul cd. “Secondo Pilastro” della Previdenza, ovvero la Previdenza Complementare.
La previdenza complementare è un sistema privato (formato da fondi pensione e assicurazioni) che, a fronte di versamenti effettuati in costanza di rapporto, integra il trattamento pensionistico erogato in via ordinaria secondo il sistema contributivo.
La tipologia più diffusa tra i lavoratori è l’adesione, ad un fondo pensione negoziale (cd. chiuso in quanto gli aderenti sono determinati dall’accordo sindacale/istituzionale di creazione/regolamento del Fondo stesso).
Il sistema di funzionamento è piuttosto semplice: Il lavoratore versa al fondo una quota della sua retribuzione, mediante trattenuta del datore di lavoro direttamente sulla busta paga, al quale si aggiunge un eguale contributo del datore di lavoro, oltre all’accantonamento mensile del Trattamento di Fine rapporto.
Tali somme di denaro vengono investite da operatori specializzati sul mercato finanziario, con il rapporto rischio/rendimento scelto dal lavoratore, fino al raggiungimento del requisito pensionistico ordinario.
Il montante ottenuto in quel momento è la base patrimoniale che verrà trasformata in rendita pensionistica complementare mediante l’uso di alcuni coefficienti assicurativi, diversi a seconda del Fondo Pensione nel quale vengono effettuati i versamenti.
In particolare, per gli iscritti all’Ente gestore della previdenza obbligatoria dei Medici ENPAM (Ente Nazionale Previdenza ed Assistenza Medici ed Odontoiatri), è prevista la possibilità di aderire a FondoSanità (Fondo Pensione Complementare per gli esercenti le professioni sanitarie).
La misura dei contributi è fissata nel minimo dell’1% della retribuzione, liberamente modificabile dall’aderente. A tale contributo viene aggiunto il Contributo del Datore di Lavoro ed il conferimento delle quote di Trattamento di Fine rapporto.
Tali versamenti mensili contribuiscono a formare la posizione individuale dell’aderente, che sarà oggetto di investimento secondo il comparto scelto: dal Comparto Scudo, a basso rischio e prevalentemente obbligazionario, al Comparto Espansione, prevalentemente azionario.
Trattandosi di un sistema a capitalizzazione, nel quale vengono investiti esclusivamente i soldi conferiti dall’aderente, è evidente che prima si comincerà a versare nel fondo di previdenza complementare, più alto sarà il tenore di vita che sarà possibile mantenere una volta raggiunto il requisito pensionistico.
Seppure per un giovane neolaureato, o anche per un giovane professionista, le problematiche previdenziali (previdenza complementare, riscatto, ricongiunzione, cassa previdenziale) risultino di difficile comprensione, ed il momento della pensione possa sembrare molto lontano, è necessario informarsi ed attivarsi per tempo, per evitare rilevanti perdite sia economiche che contributive/pensionistiche.
Avv. Sergio Merlina